lunedì 13 gennaio 2014

Pomata alla calendula fai da te

Ecco come ho utilizzato la calendula che ho raccolto durante la nostra gita di capodanno: ho preparato una semplicissima e molto casalinga pomata di calendula che uso per prevenire e curare i geloni.

Raccogliamo spesso la calendula: alle nostre latitudini cresce abbondante in cuscinetti verdeggianti ai margini dei campi e nei prati, fiorisce praticamente tutto l’anno (da cui il nome) ed è facilmente riconoscibile per i capolini giallo-oro o arancioni e per il caratteristico odore balsamico e pungente, dovuto alla grande quantità di mucillagini e oli essenziali, che restano appiccicati sulle dita durante la raccolta.





I fiori sono buoni nelle insalate di misticanza, mentre con tutta la pianta arricchiamo zuppe d’erbette e di cereali. Soprattutto usiamo la calendula per preparare una tisana saporitissima ed energizzante, che ha effetto depurativo sul sangue e sul fegato e agisce come tonico per la circolazione sanguigna. Non ha controindicazioni ed è tollerata da tutti gli stomaci; è anzi ottima per facilitare la digestione e alleviare bruciori, disturbi intestinali e dolori mestruali. Un infuso ristretto è inoltre utile per disinfettare le ferite, come tonico rinfrescante e lievemente astringente per pulire la pelle o come lavanda per curare le infezioni della bocca o delle zone genitali.

È insomma un rimedio efficace, sempre disponibile e di pronto impiego!



La pomata di calendula estrae i principi officinali di questa pianta, la più indicata in erboristeria per trattare tutte le malattie della cute, in quanto le sue proprietà terapeutiche la rendono in grado di accelerare il processo di guarigione della pelle. Infatti, in quanto antisettico e antimicotico, mantiene le ferite pulite e libere da germi ed evita perciò le infezioni. Inoltre ottimizza l’irrorazione sanguigna della cute e la sua idratazione (con l’uso sia interno che topico), favorisce in tal modo la rigenerazione cellulare, possiede virtù cicatrizzanti, antinfiammatorie,  emollienti e lenitive.
La pomata di calendula è utilizzabile come crema idratante in caso di pelle secca, delicata, screpolata, arrossata. Può essere applicata per alleviare e curare diversi problemi cutanei: ferite, tagli, abrasioni, bruciature, scottature ed eritemi solari, piaghe, geloni, acne, herpes, micosi dei piedi, candida.

Ricetta della nonna

La mia preparazione preferita segue la ricetta della nonna. Il risultato è una pomata derivante dalla tradizione popolare, che permette di ottenere un prodotto di immediato utilizzo e di pronto intervento con pochissimi ingredienti. È caratterizzata dall’alta untuosità ed è perciò particolarmente adatta a pelli secche e zone più bisognose di protezione come mani e piedi. Va applicata in piccole dosi e fatta penetrare con un massaggio profondo fino al completo assorbimento.

Per preparare la pomata di calendula servono:

- una manciata di calendula fresca (fiori, steli e foglie)
- 100 gr di burro (anche ghee o vegetale: burro di karité, di cacao, di soia)





Tritare grossolanamente la calendula. Sciogliere il burro a fiamma bassissima, versarvi la calendula tritata e farla rosolare brevemente rigirandola, poi togliere dal fuoco.
Fare riposare il composto per una giornata.

Il giorno seguente riscaldarlo leggermente e, filtrandolo attraverso una garza, travasare l’olio ancora caldo in vasetti puliti. Pigiare bene i residui di erbe per far colare tutto l’olio. I residui possono essere utilizzati per impacchi sulle zone da trattare. Solidifica in breve tempo; per rendere la crema più morbida e nutriente si può aggiungere, una volta filtrata e ancora calda, un cucchiaino di olio o di miele. Con le dovute precauzioni si mantiene a lungo a temperatura ambiente; in frigorifero dura tranquillamente diversi mesi.



Ricette di Tamahine

Tamahine – la proprietaria dell’agriturismo nel quale abbiamo lavorato durante l’ultimo anno trascorso in Turchia – è un’appassionata di erbe ed eco-cosmesi e mi ha messo a disposizione la sua conoscenza, i suoi ingredienti e il suo giardinetto di erbe officinali per i miei esperimenti alchemici. Devo dire che mi sono divertita come una matta, anche se, sarà per la mia natura arruffona, sarà per la mia vocazione di nomade inselvatichita, a tanti spignattamenti preferisco i rimedi più semplici e immediati possibile. Rievoco con nostalgia l’immagine di mia nonna che, di ritorno dalla campagna con una ferita d’accetta, raccoglieva e masticava qualche foglia di piantaggine e se la poggiava direttamente sulla pelle tagliata finché l’impasto d’erba e saliva non si seccava…

Comunque ho fatto tesoro di tutto quello che Tamahine mi ha insegnato. Riguardo alla crema di calendula mi raccomandava di usare, in particolare per le preparazioni più ricercate e delicate, solo i fiori raccolti sotto il sole, in modo da sfruttarne d’appieno alcune proprietà terapeutiche concentrate soprattutto nei petali. Un altro aspetto da tenere in considerazione per evitare di perdere preziosi elementi volatili è la temperatura a cui viene riscaldato il composto. È consigliabile avere l’accortezza di non raggiungere mai la temperatura di bollitura, scaldando dolcemente a bagnomaria, o servendosi di una fonte di calore meno intensa come stufa o calorifero, o addirittura lasciando macerare sotto i raggi del sole: in questo caso l’immersione dei fiori nell’olio o nel burro andrà prolungata finché essi non abbiano rilasciato tutti i loro principi estraibili. Questo si verifica quando i fiori sono completamente appassiti e il burro ha assunto una colorazione gialla accesa.

Un metodo molto semplice è preparare un olio di calendula (oleolito in gergo), che può essere applicato puro sulla pelle o combinato con altri ingredienti naturali per preparare creme più adatte al viso e a problemi specifici come acne e herpes.

Per preparare l’oleolito di calendula:

- Riempire fino all’orlo un vaso di vetro trasparente con calendula fresca (tutta la pianta) senza comprimere l’erba.
- Versare sulla calendula olio d’oliva (o di mandorle o altro secondo la disponibilità) fino a ricoprire completamente l’erba.
- Lasciare il vaso esposto al sole per almeno 15 giorni (meglio un mese), agitandolo regolarmente.
- Filtrare e travasare in recipienti puliti.

Con quest’olio si può preparare una crema alla calendula seguendo le seguenti dosi:

- 3 cucchiai di oleolito di calendula (circa 25 gr)
- 3 cucchiaini di burro di karité o burro di cacao (circa 15 gr)
- 2 cucchiaini di cera d'api (circa 10 gr)

Sciogliere a bagnomaria la cera d’api tenendo cura di mantenere una temperatura bassa (circa 50 °). Aggiungere il burro e in seguito l’olio, mescolando bene a ogni aggiunta. Far scaldare dolcemente il composto rimestando energicamente fino ad ottenere una miscela liscia e uniforme. Versare ancora caldo in recipienti puliti.

Se non si ha il tempo o l’occasione di preparare l’oleolito, si può provare quest’ultima ricetta:

- 5 cucchiai d’olio a scelta (circa 40 gr)
- 2 cucchiaini di cera d'api (circa 10 gr)
- 1 cucchiaino di miele (circa 5 gr)
- 10 fiori freschi di calendula raccolti sotto il sole

Sciogliere la cera d’api a fiamma bassissima, o sfruttando il calore di una stufa o di un calorifero. Aggiungere l’olio e in seguito il miele, mescolando bene a ogni aggiunta. Aggiungere i fiori di calendula e far scaldare il composto dolcemente, rimestando regolarmente, finché i fiori non risultino completamente appassiti e la crema non abbia assunto un colore giallo acceso. Potrebbe richiedere qualche ora sul calorifero, o una mezz’oretta sul fuoco. Travasare la miscela in vasetti puliti, filtrandola attraverso una garza. Premere con cura i fiori sul filtro per farne colare tutto l’olio.

2 commenti:

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  2. Salve, vorrei fare la prima ricetta della crema alla calendula, poiché vorrei applicarla localmente su una pelle del viso infiammata e screpolata e poiché la cera d'api è il burro di cacao sono notoriamente comedogeni, con cosa li posso sostituire per addensare l'oleolito? Va bene se metto tutto burro di karitè? Le cere carnauba e candelilla sono comedogene o potrebbero andare bene ed eventualmente, quale fra le due? Posso aggiungere degli oli essenziali tipo quello alla lavanda e quante gocce?

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